Noventa Vicentina è un centro situato tra i Colli Berici ed i Colli Euganei che vanta di attrazioni turistiche caratterizzate da suggestivi paesaggi tra i colli e la campagna in un'alternanza di edifici civili religiosi e culturali.
In antichità fu un possedimento vescovile, sede di un forte castello e centro agricolo di grande importanza che ebbe un notevole sviluppo nel XV secolo, quando grandi famiglie vicentine e veneziane acquisirono estesi possedimenti nel suo territorio.
Oggi la zona, pur mantenendo la propria tradizione agricola è anche sede di manifestazioni culturali di notevole livello che si svolgono nel Teatro e di iniziative tendenti a favorire lo sviluppo economico-produttivo.
Al centro del paese si trova la Chiesa parrocchiale con il campanile cuspidato, risalente al Seicento ma modificata e ricostruita alla metà dell'Ottocento dall'ordine dei benedettini, conserva all'interno tele di Giovanni Pellegrini, Francesco Maffei e Giambattista Tiepolo, bassorilievi tardo-quattrocenteschi.
Vicino alla chiesa sorge l’affascinante Villa Barbarigo che si inserisce con autorevolezza nella Piazza IV Novembre. La villa fu eretta alla fine del secolo XVI come centro di un latifondo che la famiglia veneziana Barbarigo possedeva nella zona circostante ed è stata recentemente restaurata per essere adibita a sede comunale conservando un vasto ciclo di affreschi opera, in gran parte, del pittore greco Antonio Vassilacchi.
Adiacente a questo nucleo centrale si sviluppavano delle altre corti minori che ricreavano piccole piazze, chiuse intorno da fabbricati a scopo abitativo e di bottega, con un unico accesso a portico, che dava sulla via principale. L’attività di bar e ristorante “Alla Busa” della famiglia Grezzani si è sviluppata proprio su uno dei lati di questa corte e dopo diversi anni, attraverso uno studio approfondito di riprogettazione storico-archittettonica del complesso edilizio, si è potuto concretizzare un grande progetto di acquisizione di tutta l’area per adibirla ad albergo.
Infatti, se osservato con cura, l’Albergo richiama forme ed elementi delle case padronali rurali di scuola palladiana, ed in particolare alla villa "La Bella Giuditta" di Pojana Maggiore, paese limitrofo a Noventa, soprattutto per l’uso dei materiali e dei colori: pietra bianca di Vicenza, usata per scale e cornici, marmo rosso di Verona e biancone di Asiago per pavimenti di raccordo interno, parquet nelle stanze, legno di noce per la hall e la boiserie dei salotti di relax.
Troneggiano sui muri d’ingresso e del primo piano degli affreschi di nuova fattura che raffigurano ville e palazzi dei territori circostanti, segni tangibili del legame tra i proprietari e la loro terra.
Tanti richiami a questo glorioso passato non devono tradire; tutta la struttura, i componenti, l’impiantistica è realizzata con la tecnologia più avanzata per offrire un notevole comfort e una serena gestione.